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didattica / x — @ La Scuola Open Source (Bari)

Visual Studies 3: Magia, Memoria e Automazione

Tommaso Guariento — Ricercatore freelance e giornalista

Visual Studies 3:  Magia, Memoria e Automazione

Tipologia di attività: Lezione

Livello di difficoltà: intermedio

Argomenti:


  • visual studies
  • memory
  • anthropology
  • neuroscience
  • magic
  • cultural analytics

Come si articolano le attività?
Quattro giorni consecutivi di full immersion

Date del corso:

26/09/201910:00 / 18:00

27/09/201910.00 / 18.00

28/09/201910.00 / 18.00

29/09/201910.00 / 18.00

Si svolge a: La Scuola Open Source (Bari)

Durata complessiva: 24 ore (pause escluse)

L’attività ha un costo di: 166 €

Output: competenze

Questa attività è consigliata a
studenti, ricercatori, professionisti, imprese, pensionati, immigrati, disoccupati

Numero minimo di partecipanti: 9

Numero massimo di partecipanti: 30

Tenuto da:

  • Tommaso Guariento

    Ricercatore freelance e giornalista /

    Tommaso Guariento (Padova 1985) ha studiato filosofia contemporanea presso l’Università degli Studi di Padova e a Paris 1 - Pantheon Sorbonne. È dottore di ricerca in Studi Culturali Europei presso l’Università di Palermo. Ha svolto attività di ricerca nel campo dell’antropologia francese contemporanea presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales sotto la guida del professor Carlo Severi. Ha scritto vari articoli e collaborato a collettanee nel campo dei visual studies, della filosofia e dell’antropologia contemporanea. Scrive per varie riviste on-line fra cui Not, L’indiscreto, Effimera. I suoi principali interessi sono la filosofia e l’antropologia francese contemporanea, i visual studies, la semiotica e l’analisi dell’immaginario del presente. In particolare, le sue ricerche più recenti riguardano i rapporti che gli studi etnografici intrattengono con la filosofia contemporanea (il dibattito intorno all’ontological turn ed allo speculative realism), lo studio delle mitologie del presente attraverso gli strumenti dell’antropologia cognitiva e culturale, e la filosofia politica post-operaista ed accelerazionista. Fra le sue ultime pubblicazioni, menzioniamo: Il soggetto inumano: alienazione, percezione, estensione (Giornale critico di Storia delle Idee, 2019).

Di cosa si tratta?


Nell’ultimo decennio gli studi di neuroscienze, il perfezionamento degli algoritmi di riconoscimento di volti e oggetti e l’emergere di una scienza dei dati hanno posto le basi per un possibile aggiornamento delle metodologie classiche dei visual studies.

Oggetto privilegiato dei visual studies, il potere persuasivo delle immagini è forse l’aspetto più affascinante analizzato della disciplina, poiché permette di rendere conto di fenomeni apparentemente eterogenei come la le attitudini irrazionali, la persuasione, la memetica e le teorie del complotto.

Le arti della memoria, inizialmente confinate ad oggetto di studio erudito della tradizione retorica antica e monastica medievale, hanno ricevuto oggi un nuovo interesse da parte degli studi di archeologia, etnografia e neurologia. Esiste un metodo preciso, basato sulla trasformazione dei concetti in immagini e loro collocazione in spazi fittizi o reali, unita a predisposizioni sinestetiche, che permette la memorizzazione e l’organizzazione di enormi quantità di dati (genealogie, tassonomie, idee).

Perché è necessario trasformare le parole in immagini, e perché queste si collocano in un universo architettonico?

Quale rapporto c’è fra la struttura prettamente spaziale dei sogni, i rebus visivi del surrealismo e il design ambientale?

La nostra evoluzione ci ha forse portato a riciclare le nostre doti di pattern recognition nelle competenze necessarie alla lettura?

E che relazione c’è fra elaborazione delle immagini e dei testi?

La visione umana è uno dei campi di maggior sviluppo delle neuroscienze. Molte ricerche in questo campo hanno provato ad entrare nel recinto umanistico della storia dell’arte e dell’antropologia, con esiti ambivalenti. Se da un lato assistiamo ad un effettivo cambiamento di paradigma, dove le “due culture” tentano un dialogo inedito, dall’altro lo studio del cervello si presta a facili entusiasmi e sovrainterpretazioni. Lo stesso avviene per il “dataismo”, ovvero l’ipotesi che la spiegazione di fenomeni sociali, climatici, finanziari (e praticamente qualsiasi correlazione) possa avvenire tramite l’addestramento di specifici algoritmi e l’accesso ad enormi quantità di dati.

È possibile naturalizzare o automatizzare discipline come la storia dell’arte o la filosofia?

Di quale natura e di quale riduzionismo stiamo parlando?

Le scienze dei dati e del cervello sono forse esenti da biases razzisti, classisti e sessisti?


A cosa si lavora?


I visual studies sono una disciplina che nasce negli anni ‘80/’90 in ambito anglosassone come un sottoinsieme dei cultural studies. Si tratta di una materia che contesta l’approccio estetico e formalistico della storia dell’arte per concentrarsi sui contenuti iconografici e iconologici delle opere analizzate. I visual studies, inoltre, costituiscono un metodo per analizzare il campo dell’immaginario in tutte le sue forme (non solo in quelle propriamente ‘artistiche’ quindi, ma anche cinematografiche, pubblicitarie, scientifiche, etnografiche, informatiche, etc.).

Si tratta di un metodo di studio della funzione e della migrazione delle immagini.

Come si svolge?


Si tratterà di sviluppare un’introduzione ai contenuti generali dei Visual Studies attraverso una scansione in tre moduli:

1. Imagines agentes

2. Arti della memoria

3. Neuroscienze e cultural analytics

Dai sigilli dei manuali di demonologia ai veve haitiani, dai feticci congolesi alle icone russe, dalle pitture rupestri alla pubblicità, le immagini hanno sempre conosciuto un’oscillazione fra la simulazione e l’incanto. Nella filosofia dell’immaginazione medievale le figure in grado di far accadere eventi (nella realtà fisica come in quella psichica) erano denominate “imagines agentes”.

Bibliografia

Imagines agentes
💥 Bredekamp, Horst, Immagini che ci guardano. Milano, 2015.
💥 Coccia, Emanuele, La vita sensibile, Bologna, 2011.
💥 Freedberg, David, Il potere delle immagini, Torino, 2009.
💥 Gabriele, Mino, Il primo giorno del mondo, Milano, 2016.
💥 Gell, Alfred, Art and agency, Oxford, New York,1998.
💥 Gombrich, Ernst, Immagini simboliche, Torino, 1979.
💥 Griffero, Tonino, Immagini attive, Firenze, 2003.
💥 Mitchell, W. J. T., What do pictures want?, Chicago, 2005.
💥 Severi, Carlo, L’oggetto-persona, Torino, 2018.
💥 Yates, Frances, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Roma, 1985.

Arti della memoria
💥 Berthoz, Alain, John Scheid (a cura di), Les arts de la mémoire et les images mentales, Paris, 2018. Meschiari, Matteo, Terra sapiens, Palermo, 2010.
💥 Bolzoni, Lina, La rete delle immagini, Torino, 2002.
💥 Carruthers, Mary, The book of memory, Cambridge, 2008.
💥 Kelly, Lynne, The memory code, New York, 2017.
💥 Yates, Frances, L’arte della memoria, Torino, Einaudi, 1972.

Neuroscienze e Cultural Analytics
💥 Alpaydin, Ethem, Machine learning, Cambridge, 2016.
💥 Dehaene, Stanislas, Reading in the brain, New York, 2009.
💥 Dennett, Daniel, From bacteria to Bach and back, London, 2018.
💥 Kandel, Eric R., L’età dell’inconscio, Milano, 2016.
💥 Kandel, Eric, Arte e Neuroscienze, Milano, 2017.
💥 Pasquinelli, Matteo (a cura di), Alleys of your mind, Lüneburg, 2015.
💥 Ramachandran, Vilayanur, L’uomo che credeva di essere morto Milano, Mondadori, 2013.
💥 Rampley, Matthew, The seductions of Darwin, Pennsylvania, 2017.
💥 Steyerl, Hito, Duty free art, London, 2018.

Articoli
💥 Elgammal, Ahmed, Bingchen Liu, Diana Kim, Mohamed Elhoseiny, Marian Mazzone, «The Shape of Art History in the Eyes of the Machine», 💥 Thirty-Second AAAI Conference on Artificial Intelligence, aprile 2018.
💥 Manovich, Lev, «Can we think without categories?», Digital Culture & Society, vol. 4, fasc. 1, marzo 2018, pp. 17–28.
💥 Manovich, Lev, «Data Science and Digital Art History», International Journal for Digital Art History, vol. 0, fasc. 1, giugno 2015.
💥 Saleh, Babak, Kanako Abe, Ravneet Singh Arora, Ahmed Elgammal, «Toward automated discovery of artistic influence», Multimedia Tools and Applications, vol. 75, fasc. 7, aprile 2016, pp. 3565–3591.

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